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La morte di Desirée e il rito abbreviato

Desirée avrà mai giustizia?

Desirée Mariottini, stuprata e uccisa a San Lorenzo (Roma)

Quello che pare sia emerso fino ad ora (ricordando che, per la legge italiana, ogni imputato non è colpevole fino a quando non interviene una sentenza definitiva ed in questa vicenda imputati ancora non ce ne sono, solo indagati, ovviamente):

Desirée è stata drogata. Poi hanno abusato sessualmente di lei, in 4. Poi è stata lasciata morire. Lenta agonia durata 12 ore. Chi sarebbero i (presunti) carnefici?

Tutti non-italiani, irregolari, con permessi scaduti e tutti con precedenti penali. Tra un decreto di espulsione mai attuato e dei reati considerati (non da me) minori, per i quali una pacca sulla spalla ed un “non farlo più” pare sia sufficiente come punizione.

No. Quelle persone in Italia non avrebbero dovuto esserci. Ed in Italia non dovrebbero più poter ritornare. Ed è inconcepibile di come, in Italia, alcuni quartieri siano talmente malfamati da essere (colpevolmente) totalmente in mano a chi spaccia o a chi fa della delinquenza il proprio pane quotidiano.

Se le tesi del P.M. saranno confermate son sicuro che interverrà il “caro” rito abbreviato: 1/3 della pena in meno. Senza se e senza ma, subito uno sconto di pena. L’ergastolo scalerà ad anni 30, che non saranno mai 30 anni effettivi di reclusione (anche) grazie alla legge Gozzini, introdotta negli anni ‘80, che ha dato vita a: permessi premio, affidamento in prova ai servizi sociali, detenzione domiciliare in luogo di quella carceraria, semilibertà e libertà condizionale, liberazione anticipata.

Un’altra miriade di misure favorevoli al reo oggi esistenti in Italia faranno sì che, anche in casi come questi, sarà praticamente impossibile assicurare ai colpevoli un soggiorno duraturo nelle patrie galere. Alle vittime, in questo caso, non sarà assicurato alcun risarcimento del danno in quanto i presunti colpevoli non hanno nulla.

Se alla deficienza del sistema penale uniamo poi l’assoluta, tremenda inefficienza di quello civile giungiamo ad una conclusione: in Italia certamente il diritto è nato. Ed è anche morto.


Avv. Fabio Troilo, Referente Osservatorio per Bari e provincia

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