Sono Valentino Vaccaro, padre di Matteo, ucciso da una banda di balordi.
Avevamo un piccolo ristorante nella zona dei pub a Latina. Una sera, poiché piovigginava, si spostarono davanti al nostro locale un gruppo di ragazzi e ragazze completamente ubriachi che, nonostante i nostri rimproveri, continuarono a fare chiasso e dare fastidio alla clientela. Perciò pensammo a quel punto di far intervenire le forze dell'ordine.
Quando il 113 da noi chiamato tardò ad intervenire poiché impegnato in altri interventi, a mezzanotte e mezzo, due nostri clienti si alzarono per intervenire, ma mio figlio Matteo, temporaneamente a Latina in quanto per l'Università viveva nelle Marche, e mia figlia, non lo permisero uscendo a quel punto loro stessi.
Mio figlio affrontò verbalmente l'ubriaco più esagitato, figlio di una vigilessa urbana, in risposta lo colpirono. Perciò per difendersi mio figlio reagì, ma tutto finì in quel preciso momento senza altri atti di violenza.
Mia moglie e mia figlia furono pesantemente minacciate dal cugino dell'ubriaco entrato nel nostro locale, che poi assieme alle altre persone, al suono delle sirene che si avvicinavano scappò velocemente facendo perdere le proprie tracce.
Il giorno dopo un attuale collaboratore di giustizia contattò l'altro mio figlio Alberto proponendo un incontro chiarificatore per la sera successiva.
La sera dopo i miei figli si presentarono all'incontro al quale arrivarono anche 2 auto, dalle quali scesero 7 persone. E nonostante fossero in molti senza neppure iniziare a parlare spararono colpendo mortalmente Matteo e mancando l'altro mio figlio Alberto.
Valentino Vaccaro
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